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Migliore Di …

Oggi mentre giocavo ho deciso di non impormi a giocare ad un unico gioco e di giocare a quello che mi andava di giocare senza dovermi dare delle regole nel piacere e nel divertimento.

Francamente non so se questa è una scelta corretta, oggi non avevo voglia di studiare, ma allo stesso tempo in me risuona il pensiero che non sto perseguendo i miei obiettivi e di raggiungere quei livelli a cui ho sempre creduto.

Oggi però mi sto rendendo conto che alcune cose nel mio modo di essere e di fare sono disfunzionali, diciamo che il tutto si può tradurre in un pensiero disfunzionale “Migliore Di…”

Ma cosa significa esattamente “Migliore Di”?

Diciamo che il significato che dò a questa frase è che in tutte le cose che faccio devo essere migliore di chi conosco, oppure di entrare in competizione con chi fa le stesse mie cose, senza volere essere secondo a nessuno, questo significa anche che nel mio ambiente di azione dove ho dei punti di forza, vorrei che questi punti di forza che conoscono le persone di me fossero quelli migliori, non avere persone più brave di me o migliori di me, in pratica non accetto di essere messo in secondo piano per una persona che si mostra più in gamba di me.

Il fatto che persone più in gamba di me esistano e lo sono fortemente per me questo è sempre significato essere messo da parte e anche emarginazione visto oi miei deficit cognitivi, anche da un punto di vista della mia stessa sessualità.

Diciamo che essendo stato educato da una famiglia parecchio ignorante quello che capitava nel scegliere le cose era quello di preferire “il migliore”, non a seconda della situazione, ma secondo una idealizzazione distorta “il Migliore di tutti” una frase che in talune situazioni può dare origine al massimo della stupidità conosciuta.

Comunque per me essere secondo o inferiore in determinate situazioni ad alcune persone, si è tradotto e si traduce ancora oggi in emarginazione e solitudine.

Questa situazione si trasforma in me in maniera un po’ anomala, invece che fare le cose unicamente per me stesso e perché le voglio fare, si verifica invece uno stato di perenne competizione per arrivare a gloria e fama per non sentirmi più inferiore e avere quell’autostima con cui posso portare rispetto alla mia persona e anche non subire passivamente i giudizi altrui.

Questa ultima affermazione poi credo che sia bisognosa di una riflessione ulteriore, di solito ai nonni e ai genitori ai quali sono stati messi i piedi in testa e non hanno saputo difendersi, questi si rifanno sulla famiglia sui loro figli e sulle loro mogli rendendo ancora più deboli e indifesi le persone accudite ed educate. Mi sono accorto persino che queste persone a cui sono stati messi i piedi in testa difendono addirittura i loro padroni / persecutori.

Mi ricordo ad esempio che da bambino avevo litigato con una figlia di un avvocato e di un carabiniere, mio padre non ha voluto ascoltare le mie ragioni, ha avuto paura di queste figure autoritarie e mi ha umiliato difronte a loro, io non ricordo cosa avevo fatto… ma so che sicuramente non ha avuto un briciolo di intelligenza… e purtroppo questa intelligenza che ha avuto mio padre e mia madre me la ritrovo in me stesso e mi sta danneggiando enormemente…

Affettività, educazione, Inferiorità

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